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In questo sito trovi informazioni e indicazioni particolari sulle cure naturali per ogni malattia. Ma non dimenticare di leggere anche l'introduzione. Alcuni disturbi sono collegati tra loro. Segui i link Argomenti del sito per avere un quadro completo della situazione.


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Emorroidi Solidali (ultimo atto)

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Cerco qui di riassumere gli ultimi passi fatti verso l’agognata liberazione dal gonfiore.

Ultime scoperte sui rimedi.
1- Ho scoperto casualmente un nesso tra come bevo e la contrazione anale.
Se si beve a gargarozzo e non a piccoli sorsi (riempiendo la bocca e poi mandando giù) si attiva una fascia muscolare alla base della gola che coinvolge nel movimento muscoli alla bocca dello stomaco e più giù, lungo la “colonna digestiva” fino alla zona dell’ano.
Bere in questo modo mi ha dato un subitaneo miglioramento. L’idea è che le emorroidi siano collegate a una mancanza di movimento in una serie di fasce muscolari. Un’azione abbandonata, l’assenza di precisi movimenti, porta alla perdita di tono muscolare e al cedimento delle fasce intorno all’ano. Potremmo cioè dire che all’origine delle emorroidi c’è proprio una mancanza di tono muscolare che porta al crollo verso l’esterno delle pareti anali e al loro gonfiarsi. Riconquistando certi movimenti le pareti anali si rafforzano e non tendono più a questa specie di prolasso. Inoltre i tessuti rinvigoriti “tengono abbracciati” in modo sano le vene e le arterie, le sostengono, impedendo loro di cedere e gonfiarsi.
Questo discorso è collegato al benessere che si trae sbadigliando a lungo. Anche in questo caso si mobilitano le fasce muscolari del bassoventre tonificandole e riinsegnando loro a muoversi. Infatti una volta che, con la deglutizione profonda e lo sbadiglio stiracchiato e pigro, si riimpara questo movimento poi si tende a muovere quei muscoli senza accorgersene durante la giornata, respirando e facendo altri movimenti.
Questa ginnastica della deglutizione e dello sbadiglio cioè ottiene un risultato non tanto per l’allenamento che provoca direttamente, durante l’esercizio, ma perché ci permette di riinsegnare a questi muscoli (una volta percepiti e identificati dal cervello) a muoversi naturalmente a riattivarsi e a partecipare poi (come dev’essere) ai movimenti del corpo.
Questo discorso si basa sull’idea che i muscoli del ventre, legati alla percezione dell’equilibrio, siano naturalmente coinvolti praticamente in tutti i movimenti del corpo. Cause emotive e poco movimento, provocano una sorta di paralisi di questi muscoli che smettono di partecipare fluidamente al movimento del corpo e deperiscono entrando in una sorta di atrofia. L’assenza del movimento provoca minor circolazione del sangue nei capillari: il movimento aiuta infatti la circolazione del sangue agendo come una sorta di pompa spinge il sangue. La cattiva circolazione diminuisce l’apporto di elementi nutritivi (trasportati dal sangue) alle cellule e la debolezza dei tessuti. Inoltre si creano delle “sacche di pressione” che non vengono smaltite.
Credo che sia proprio questa scoperta che ha provocato un netto miglioramento della mia situazione. La teoria mi è stata confermata da Massimo Valente, grande osteopatia di Bari, che mi ha fatto un massaggio incentrato sui muscoli della pancia. Mi ha spiegato che avevo il ventre molto contratto e che questa mia contrazione provocava deperimento e pressione eccessiva nella zona anale e conseguente gonfiore. L’effetto del massaggio, come Massimo mi aveva preannunciato, è continuato per 15 giorni portando a un progressivo rilassamento dei muscoli del ventre (adorabili muscoli).
Massimo Valente che è una persona generosa, si è dichiarato disponibile a segnalare osteopati capaci in giro per l’Italia. Potete contattarlo all’indirizzo This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. , 0803968115.
Ovviamente questo discorso rafforza l’idea che il movimento fisico sia essenziale per ridare tonicità a tutto il corpo.
Ugualmente il ragionamento è collegato a quanto ho scritto nei precedenti articoli sulla necessità di imparare a muovere, camminando ad esempio, la zona di collo e spalle, aumentando così l’efficacia del movimento di questa zona che è una delle due pompe meccaniche del corpo. L’altra “pompa” è come si è detto costituita dal bacino e dalle anche. Muovendo come natura comanda spalle e collo si aumenta la pressione in alto e la si diminuisce in basso (bacino e anche e quindi bassoventre).
Ricordo anche che è importante rilassare i muscoli della fascia nuca-mandibola-naso che sono gemellati a quelli del basso ventre. Per rilassarli bisogna muoverli al rallentatore: il più lentamente possibile fino a sentire una sensazione di calore provocata dalla maggiore circolazione del sangue.
Per riassumere questo discorso muscolare potrei dire che tutti questi esercizi hanno lo scopo di riattivare i muscoli che “tirano su il culo”. Detto in altri termini (più raffinati) i muscoli anali si sostengono con un movimento che è collegato con quello di “aspirare attraverso l’ano”. Non sono impazzito. Hai presente quei mattacchioni che durante spettacoli di varietà di dubbio gusto eseguono pezzi musicali scoreggiando? Da quel che ho capito “prendono fiato” proprio riuscendo a aspirare con il sedere. Mi son detto: quindi esiste una funzione aspiratoria anale. E mi è sembrato ovvio che le emorroidi che crollano e si gonfiano sparirebbero se si ristabilisse questa capacità di tirare verso l’alto quel che sta “scappando fuori”.
Dopo settimane di tentativi ora ho la sensazione di riuscire a produrre, con molta difficoltà, minuscoli movimenti aspiratori. E ne provo giovamento.

In questa mia affascinante esperienza con le emorroidi ho capito molte cose sul movimento del mio corpo. E grazie ai molti consigli offertimi dai partecipanti a questo Laboratorio Solidale ha anche capito che la mia sofferenza emorroidale è collegata a una sofferenza emotiva. Ho già scritto del rapporto tra rabbia repressa e emorroidi che scoppiano.
In questi giorni ho capito anche (o almeno mi sembra) come agisce la repressione della rabbia.
Infatti ho avuto un ulteriore enorme miglioramento quando mi sono accorto che la repressione della rabbia agisce inibendo un preciso movimento e una sensazione di sé collegata all’incazzatura.
Mi ha aiutato a capire questo discorso un amico, Antonio Di Mattia, che mi ha parlato della salute e del benessere in termini di UNITA’.
Unirsi fa bene. Unirsi con gli altri, collaborare, condividere, entrare in empatia. Non a caso gli scienziati hanno recentemente scoperto che la generosità fa bene. Quando regaliamo qualche cosa, quando ci dedichiamo al benessere degli altri si scatenano nella mente le stesse reazioni chimiche che sperimentiamo durante il piacere sessuale (un’altra forma di unione). E queste reazioni chimiche hanno un effetto straordinario sul sistema immunitario e quindi sul generale benessere del corpo.
Ma come posso sperimentare un’esperienza di unità al mio interno?
Innanzi tutto posso visualizzare me stesso come un tutt’uno. Ad esempio cercando di ascoltare contemporaneamente tutte le sensazioni del corpo senza selezionarle e senza concentrarmi solo su una parte. Si tratta di abbandonarsi alle sensazioni passivamente, ascoltare e basta, senza neppure “tendere l’orecchio”.
Poi posso giocare con le visualizzazioni: ad esempio immaginare una luce che dall’imboccatura dello stomaco si diffonda piacevolmente in tutto il corpo fino alla punta dei capelli e delle dita di mani e piedi. Posso respirare profondamente visualizzando l’ossigeno che raggiunge ogni mia parte.
In questi giorni ho poi scoperto un esercizio potente che sembra avere un effetto eccellente direttamente sul gonfiore delle emorroidi provocando sgonfiamenti quasi istantanei.
Immagino di essere arrabbiato. Molto arrabbiato. Sento la rabbia in tutto il corpo. Cosa faccio quando sono veramente arrabbiato? Stringo i denti e sento che tutto il corpo è unito in questa rabbia mentre stringo i denti. Io contro tutti. Io unito al mio interno. Ovviamente la parte “contro tutti” è negativa (e va tralasciata non dandole importanza) ma la parte “io unito” è essenziale. L’esercizio consiste nell’immaginare, far finta di sentire quella sensazione di unità e compattezza che mi danno la rabbia e lo stringere i denti. SENZA STRINGERE I DENTI (come ho detto se stringi i denti veramente provochi una contrazione dei muscoli della mandibola e questo aumenta invece di diminuire la contrazione anale).
Questo esercizio lo considero molto importante.

Per concludere il discorso devo dire che le emorroidi sono un tipo di disturbo molto difficile da affrontare, proprio perché sono collegate a molti meccanismi nascosti nel profondo dei nostri comportamenti muscolari e mentali.
Affrontarle significa affrontare molti aspetti. Non c’è una sola cosa in grado di risolvere le emorroidi. Bisogna affrontare il problema da molti punti: dieta, movimento, modo di pensare, riabilitazione di movimenti abbandonati e di stati d’animo, sensazioni di sé. E ovviamente bisogna smetterla di stare molte ore seduti o in piedi… certo è difficile presentarsi in ufficio con una sedia sdraio… Ma tocca trovare un modo per evitare la continua pressione sull’ano.
Poi c’è il problema che le emorroidi sono un disturbo periodico.
In questi sette mesi, da quando ho deciso che avevo veramente bisogno di curarmi, più volte mi è sembrato di aver risolto la questione e poi ha avuto una ricaduta.
E più volte ho avuto la tentazione di arrendermi, farmi operare e basta.
Ma dopo tanti tentativi ora mi trovo a constatare che sto lentamente ma continuamente migliorando. Le crisi di gonfiore e i sanguinamenti si sono via via ridotti sempre più. All’inizio duravano giorni e giorni. Adesso, se proprio mi strapazzo ho un lieve gonfiore che dura qualche ora e le perdite di sangue sono rare e di entità simbolica.
Mangio quantità industriali di insalata, un cucchiaione da minestra colmo di crusca a ogni pasto (la mando giù masticandola con un po’ d’acqua, non fa poi così schifo, anzi se la mastichi a lungo ha addirittura un buon sapore). E cerco di godermi più momenti di relax, giocando con mia figlia piccola e mia nipote, chiacchierando con gli amici, passeggiando. E cerco di sorridere di più. A volte lo faccio per finta. Ma fa bene lo stesso. Il cervello è stupido e dopo un po’ che sorridi pensa che tutto vada bene e inizia a produrre le sostanze chimiche della felicità che sono piacevoli e fanno bene.
E devo ringraziare tutti quanti mi hanno aiutato in questa ricerca.
Sicuramente da solo non ci sarei mai riuscito.

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