Sulla terapia dell'appoggio lavora Vezio Ruggieri, professore presso la Facoltà di Psicologia di Roma. L'idea di fondo è che alla base delle contrazioni inconsce ci sia un atteggiamento tipo "stare sulle spine", "essere seduti sull'orlo della sedia", "vivere in punta di piedi". Qualche cosa che potremmo chiamare "tensione verso l'alto" o "essere sospesi" o "non pesare completamente sui propri piedi". Un po' come camminare con un sassolino nella scarpa.
Applicare la tecnica del palloncino a tutto il proprio corpo, "sentirsi ben appoggiati" dentro di sé e sulle superfici, stando sdraiati o seduti, ascoltare il continuo fluire dei punti d'appoggio mentre si cammina, sembra proprio essere un efficace approccio all'autoterapia. E questo ci rimanda all'importanza "dell'immagine di sé", di come ci pensiamo.
Scoprire l'immagine positiva di noi stessi, il nostro essere un granello vitale del miracolo cosmico è il primo piccolo cambiamento che ci dà la chiave per iniziare questa fantastica, incredibile esplorazione del mistero della nostra esistenza.