6a CHIAVE: SMETTERE DI AVER PAURA DI CAMBIARE

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Category: Chiavi del Cambiamento
Published on Saturday, 18 June 2011 08:15
Written by Redazione
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(com'è che ho ormai capito tutto, ma in realtà me la faccio sotto dalla paura alla sola idea di cambiare veramente la mia vita?)

Non stiamo qui a vedere com'è successo. Fatto sta che la vita sembra spesso una pasta riscaldata condita col caprino marcio. E fin da piccolo nessuno mi capiva. Mi hanno separato alla nascita da mia mamma: per tre ore mi sono sentito orfano e anche lei non stava tanto bene. Ci sono stati dei giovedì che mi sono sentito proprio di merda. Mi pareva che un'organizzazione internazionale di aerofagi si fosse data appuntamento in casa mia per fare un concorso di peti col fischio. Dei giovedì da incubo: lei mi aveva lasciato, e i componenti di un reparto di polizia di Padova provavano su di me una partita di nuovi manganelli che dovevano collaudare alla svelta. E tutte queste esperienze mi hanno un po' scioccato.
È giusto e utile rendersi conto delle origini del nostro disagio, ma è anche inutile dedicare i prossimi vent'anni a piangere e ad autopunirsi finanziando l'acquisto della villa al mare del nostro psicanalista. C'è però una questione prettamente psicologica che non possiamo non affrontare. Anche dopo aver assimilato le 5 chiavi che ti ho proposto, ti troverai davanti un ostacolo apparentemente insormontabile. Un freno. Qualche cosa che dentro di te si oppone all'ascolto, al lasciarsi andare e dice fermamente:
«Non voglio cambiare!»
Bisogna riconoscere questa volontà. Non combatterla, ma capirla e soddisfarne le aspirazioni. Non ha senso scatenare una guerra interiore contro se stessi. Bisogna imparare ad amarsi e a capirsi. Quello che ci spaventa è che, dopo i primi semplici passi, la coscienza diversa di noi stessi ci porta a sentire in modo più vivo e potente le nostre emozioni.
La delusione o la gioia, l'ansia o la soddisfazione sono più forti, le sentiamo con più nitidezza proprio perché abbiamo aperto il canale dell'ascolto di noi stessi.
Nell'infanzia eravamo capaci di vere e proprie tempeste emotive. Ci sconquassavano. E spesso erano collegate ai rimproveri e alla disciplina incomprensibile che veniva imposta a noi animaletti. Scariche di aggressività e ribellione che finivano per rivolgersi contro i genitori e gli adulti. Scatti che provocavano riprovazione, sgridate e rifiuti. Non c'è nulla di più grave per un bimbo del non sentirsi più in sintonia con il papà e la mamma. È un allontanamento che il suo cervello inconscio vive in modo drammatico. Per questo abbiamo imparato a mettere le emozioni sotto vetro e, appena le sentiamo venir fuori, ci prende il panico.
Abbiamo il terrore di non saper controllare queste scariche emotive.
In quei momenti d'ira o di pianto ci sembrava di essere posseduti da un demone, il corpo si contraeva, arrossiva, avvampava, tremava senza che la nostra volontà di bambini potesse controllarlo. Non siamo più bambini, possiamo tranquillamente ascoltare le nostre emozioni senza lasciarci andare necessariamente a comportamenti asociali.
Quindi, la prossima volta che sentirete partire il freno della paura delle emozioni, tranquillizzatevi: potete ascoltare la tempesta di sensazioni che si abbatterrà su di voi senza rimanerne sopraffatti.
La potenza della possessione emotiva è fisiologicamente impressionante, ma non ti farà male. Anzi è benefica. Piangere, ridere, fremere, sentire il cuore che ti balza in petto o il latte alle ginocchia, sono esperienze vivificanti che fluidificano le energie e liberano dalle contrazioni profonde. Respira e goditele.

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